ERMANNO LEINARDI

(Pontedera, 1933 – Calasetta, 2006)

Ermanno Leinardi fu un grande artista sardo, la cui opera continua ancora oggi a raccontare di sé e del suo linguaggio innovativo e vivace. Lo scopo alla base della sua pittura fu quello di svolgere un’indagine approfondita sul segno in relazione agli inganni percettivi generati dalla prospettiva sulla tela. Il suo lavoro prende spunto dalle ricerche spaziali e minimaliste degli anni Sessanta, prendendo però le distanze dall’optical art, infatti Leinardi stesso dichiarò di non aver mai seguito regole aritmetiche o matematiche nel suo operato, bensì mantenendo attiva una dialogica ricerca di equilibrio e di relazione tra concettuale e visivo.

Nonostante abbia sempre rinnegato un approccio programmato e distaccato della sua arte, d’altra parte la sua carriera fu il risultato vincente di una rielaborazione e sintesi delle diverse esperienze artistiche che egli ebbe modo di fare. Leinardi elaborò una nuova concezione segnica, impiegando prevalentemente entità grafiche, simboli astratti e sprovvisti di un significato evidente, lontani da ogni riferimento di carattere naturalistico, mettendo in evidenza l’instabilità e l’ambiguità di quelle forme statiche.

Fu molto significativa, per il suo lavoro e per la sua ricerca di sperimentazione, l’adesione al Gruppo Transazionale, fondato nel 1963 insieme all’amico Tonino Casula, Ugo Ugo e Italo Utzeri. Le opere prodotte in questo periodo venivano definite “in divenire”, ovvero simboli di tutta una serie di processi intellettivi che portano l’artista ad evolversi e ad aprirsi verso nuove esperienze ed innovazioni. L’elemento geometrico distintivo della sua produzione fu l’ellisse, una forma chiusa che racchiude in sé l’origine e il punto di arrivo, figura che Leinardi fa rotolare con dinamicità in un universo d’arte e di pensiero.