L’IMMENSO MINUSCOLO

Il Museo Diocesano di Oristano rinnova l’appuntamento con l’arte avente per tema il Sacro.

Dal 16 ottobre 2020 sarà visitabile la mostra “L’immenso minuscolo” di Paola Minello (1955-2013). Un percorso che propone al visitatore la ricerca spirituale alla quale l’artista ha dedicato gli ultimi anni
della sua vita. Trenta tele dipinte dalla Minello che, con il marito Salvatore Garau, ha condiviso anche la sua esperienza artistica, infatti cinque delle opere rimaste incompiute sono state concluseda un intervento dello stesso Garau.

L’immenso minuscolo.
“Carini, sì. Proprio carini, brava. Continua così, cerca qualcosa di speciale; è faticoso, lo so, ma
insisti.” Dicevo a Paola quando ogni tanto dipingeva e timidamente mi presentava le sue tele. Unafrase banale, (che in fondo non voleva dire niente) per invogliarla a continuare.
“Dipingi qualcosa che appartenga a Paola Minello, qualcosa che arrivi dal tuo profondo. Fai di tutto per liberarti, anche se questa è l’operazione più difficile” le suggerivo. Finché un giorno mi presentò qualcosa che mi lasciò senza parole. Restai in silenzio, rapito da quelle tele che avevano finalmente qualcosa di speciale. Era necessario entrarci dentro e scoprire la favola nascosta, una pittura diventata matura che ora chiedeva con urgenza profonda attenzione. Ricordo che finalmente quando aprii bocca le dissi solo: ”Sono splendidi!” Da quel momento Paola sentì la responsabilità di essere una vera e propria pittrice.
Mi è davvero difficile parlare di Paola, essere obiettivi con colei, (già talentuosa nel canto) che è stata mia moglie per venti anni. Ma sono assolutamente sincero quando affermo che dopo quelle recenti tele aspettavo con impazienza di vedere man mano le nuove pitture dedicate ora ai personaggi del rock, ora del cinema e poi ispirate al sacro. Ecco, proprio queste ultime, a cui è dedicata la mostra, hanno in seno un alito che arriva dall’intimo profondo, dal mistero del non conosciuto. Paola è riuscita, pur nella piccola dimensione, a creare un immenso spazio dove
abitano, quasi nascoste, o appena rivelate (forse impaurite dalla forza del colore e del gesto che le circonda), minuscole figure rubate dai grandi classici e rimpicciolite così tanto da destare umile tenerezza, quasi suggerissero “Io sono, non ho bisogno di farmi notare.”
La pittura, diventata così disinvolta e libera, crea accostamenti sonori inusuali che danno un immediato godimento per la vista e poi per il cuore. Una pittura che tiene nella propria culla quei minuscoli angeli e santi di tante sacralità, che altro non sono che cellule viventi dentro ognuno di
noi, sono memoria silente che appartiene alla sensibilità e alla cultura di ciascuno, accentuando il loro (il nostro) essere parte dell’universo, quell’universo meraviglioso senza fine che ci circonda e del quale spesso ce ne scordiamo.
Paola ha dipinto solo dieci anni, ma sono stati anni così ricchi di euforia (che ho avuto la fortuna di condividere) che hanno lasciato un piccolo, originale segno nell’Arte, quell’Arte sincera che “Arriva dal profondo dell’anima”.
Salvatore Garau


Paola Minello 1955-2013

Nasce a Roma. Poco più che bambina fa parte del coro delle voci bianche della RAI, coro prestato alle opere liriche e anche alle colonne sonore di Morricone. Diplomatasi in canto al conservatorio di Santa Cecilia, appena diciassettenne diventa cantante a tempo pieno partecipando in veste di corista dell’orchestra a innumerevoli trasmissioni della Rai, e come solista a “Pronto Raffaella” “I migliori anni” ecc… è sua la voce in molte pubblicità nazionali. Nel 1974, grazie alla musica, conosce l’artista Salvatore Garau che incontra ancora e al quale si legherà nel 1991. Dal 2002 si dedicherà esclusivamente alla pittura sviluppando la sua personale ricerca. Tiene personali a Cagliari, Milano, Roma, Arezzo, Palermo, Noto ecc… sue opere sono presenti nelle collezioni private e alla Fondazione di Sardegna.